Una ricognizione automobilistica del giro d’Italia
Abbiamo più volte parlato del più grande avvenimento automobilistico di quest’anno, cioè del Giro d’Italia 27 aprile – 13 maggio, al quale prenderanno parte i più noti chaffeurs d’Italia e dell’estero.
Questo viaggio, di 1742 chilometri, si inizierà a Torino.
Ora il cav. Agnelli, attivo e benemerito segretario dell’Automobile Club di Torino, volle fare una specie di ricognizione dell’intero percorso, e partì giovedì 25 gennaio, su di una vettura della F.I.A.T. (Fabbrica Italiana d’Automobili Torino), della forza di 8 cavalli, insieme col notissimo meccanico della F.I.A.T. Felice Nazzaro.
Il cav. Agnelli, quasi sempre perseguitato dal cattivo tempo, cioè neve, ghiaccio, pioggia, col sovrappiù di moltissime strade di recente inghiaiato, compì il seguente itinerario: 25-26 gennaio, Torino-Viareggio, km 372; 27, Viareggio-Poggibonsi, km 146; 28, Poggibonsi-Roma, km 309; 29, tappa a Roma; 30, Roma-Perugia, km 192; 31, Perugia-Fossombrone, km 98; 1 febbraio, Fossombrone-Bologna, km 185; 2, Bologna-Vicenza, km 155; 3, Vicenza-Milano, km 219.
In tutto, col ritorno a Torino, km 1900.
Il cav. Agnelli non ebbe per via nessun incidente, nonostante la contrarietà della stagione e lo stato delle strade, all’infuori di uno sviamento, cadendo in un fosso, presso Ferrara, ma senza danno alle persone e alla macchina. Cosicché egli poté stabilire le salite, le curve e tutte quelle altre particolarità che importa conoscere per i partecipanti alla gita.
Ovunque il cav. Agnelli ebbe festosissime accoglienze dai chaffeurs delle varie città attraversate, e riportò dal suo viaggio un’eccellente impressione.
Questa prova così felicemente riuscita torna ad onore anche della fabbrica che costruì la macchina.
Gli amici del cav. Agnelli stanno organizzando un pranzo di felicitazione in suo onore.
“La Stampa”, 6 febbraio 1901
La Coppa Vanderbilt, 1905
Al quinto giro, Lancia aveva un vantaggio di 15 minuti. In tribuna girava la voce che sui rettilinei del percorso avesse raggiunto una velocità di ottanta miglia all’ora.
I suoi amici temevano che corresse incontro al disastro e quando passò davanti a loro, all’inizio del quinto giro, gli gridarono di rallentare. Ma lui non li ascoltò.
Sul suo volto era dipinta un’espressione terribile. Si rannicchiò verso il basso nella sua grande Fiat da 100 cavalli, le mani serrate sul volante. Come tagliò il traguardo, veloce come il lampo, gli uomini e le donne in tribuna impazzirono.
Benché le automobili vincenti fossero molto veloci, apparivano lente in confronto a Lancia, con la sua Fiat volante, che per 200 miglia aveva tenuto una velocità media di settanta-settantadue miglia orarie. Poi, una sfortunata collisione con l’automobile di Christie, in prossimità dell’ultimo giro, ha compromesso le sue possibilità di vincere, ma nonostante ciò Lancia è riuscito a finire quarto, solo due minuti dietro a Tracy.
Quella di Lancia è probabilmente la più straordinaria esibizione di velocità mai vista in una gara automobilistica.
“The Washington Times”, 14-15 ottobre 1905
Il Presidente ringrazia anche a nome di Agnelli; ricorda il valido aiuto prestato durante la Corsa Vanderbilt dal collega Weill-Schott e dal Conte di Groppello, e accenna brevemente all’impressione che la splendida ma disgraziata corsa del Lancia fece sul pubblico Americano.
Espone che i quattro gitanti [Scarfiotti, Agnelli, Weill-Schott, Groppello] spesero circa 24.000 lire nel loro viaggio, ma solo un quarto di tale somma sarà addebitata alla fabbrica.
Verbale del Consiglio di Amministrazione
del 13 novembre 1905