Ricordo che la prima volta che pranzai in casa Agnelli rimasi quasi digiuno. Il Senatore mangiava poco e in fretta, appena posava la forchetta il cameriere, che stava impalato dietro la sua sedia, toglieva il piatto, imitato immediatamente dai camerieri che ogni convitato aveva alle spalle. Poiché mi facevano parlare io non mangiavo, cosicché il piatto mi veniva tolto di sotto ancora pieno, con mio grande disappunto. Frequentando casa Agnelli imparai così a mangiare prima, e parlare poi, e l’inconveniente non si ripeté più.
Giuseppe Gabrielli, Una vita per l’aviazione
La visita del Senatore riempie tutti di paura. Poche persone sono invitate a pranzare con lui. Credo che disapprovi gli amici e la vita dei miei genitori. Arriva puntualissimo e sale a piedi evitando l’ascensore: mio padre esce dalla biblioteca per accoglierlo in cima allo scalone. Si stringono la mano; mia madre entra in biblioteca correndo dalla porta laterale; mio padre la fulmina con lo sguardo; di nuovo è in ritardo. “Come stai, Senatore?”, sorride a mio nonno, avvicinandosi; lui la guarda, e affascinato dal suo modo di fare, finalmente sorride.
Susanna Agnelli, Vestivamo alla marinara
Soprattutto bisogna guardare sempre al futuro, antivedere l’avvenire delle nuove invenzioni, non avere paura del nuovo, cancellare dal proprio vocabolario la parola “impossibile”. Perché nella tecnica, nell’industria, non progredire significa retrocedere.
Giovanni Agnelli