Si tratta di un gigantesco apparato industriale che corrisponde a un piccolo Stato capitalista, che è un piccolo Stato capitalista e imperialista, perché detta legge all’industria meccanica torinese, perché tende, con la sua produttività eccezionale, a prostrare e assorbire tutti i concorrenti: un piccolo Stato assoluto, che ha un autocrate: il comm. Giovanni Agnelli, il più audace e tenace dei capitani d’industria italiani, un “eroe” del capitalismo moderno.
Antonio Gramsci, in “L’Ordine Nuovo”, 27 marzo 1920
Per opera di Giovanni Agnelli, un solitario eroe del capitalismo moderno, si venne creando una delle più solide forze industriali del nostro Paese.
Piero Gobetti, in “La Rivoluzione Liberale”, 2 aprile 1922
Il 29 settembre 1906 Giovanni Agnelli e Roberto Incerti fondano la società in accomandita semplice Roberto Incerti e C. per la produzione di cuscinetti a sfera. Liquidata la partecipazione di Incerti, nel 1909 la società assume la denominazione Officine di Villar Perosa Agnelli e C. e successivamente, nel 1919, Società Anonima RIV Officine di Villar Perosa, 1931.
Nel 1920 Giovanni Agnelli e Riccardo Gualino acquisiscono un terzo del pacchetto azionario de “La Stampa”. Nel 1926 la Fiat assorbe le quote di Agnelli, Gualino e Alfredo Frassati e costituisce la Società Editrice La Stampa.
È estremamente forte nelle discussioni, specialmente quando dichiara che non ha capito, perché ha capito benissimo, ma vuole semplificare. Ogni qualvolta gli viene fatta una proposta complessa e macchinosa, dice di non capire, non già perché il meccanismo del progetto gli sia oscuro, ma perché vuole denudarlo e vederne il nocciolo. Ha una paura maledetta dell’accademia, dei fronzoli, delle orazioni forbite. Basta vederlo, nel suo ufficio alla Fiat, seduto dietro alla scrivania. Ha un tavolo da lavoro, quasi sempre privo di carte, lucido e nudo; si potrebbe credere che non ha niente da fare. Le carte non rimangono sul tavolo perché le sbriga subito. Giungo a pensare (egli me lo perdoni!) che si accollerebbe una perdita (piccola), pur di sbrigare una pratica noiosa, eliminare un mucchio di carte e non parlarne più.
Riccardo Gualino, Frammenti di vita
Nel 1927 Giovanni Agnelli fonda l’IFI-Istituto Finanziario Italiano. Lo scopo è di raccogliere, controllare e gestire la partecipazione in Fiat e in diverse altre società: RIV, SAVA, Cinzano, Sestriere, Vetrocoke, Società Anonima Manifattura Pellami e Calzature, Società Aviolinee Italiane, Società Idroelettrica Piemontese (SIP), oltre a numerose proprietà agricole e immobiliari.